Affezioni meno comuni e talalgie
persistenti.
Sono meno frequenti delle sindromi sopradescritte,
ma è tra queste che bisogna ricercare le talalgie persistenti,
quelle cioè che affliggono il paziente da anni senza miglioramenti
malgrado le cure intraprese, divenendo quasi un problema esistenziale
per chi ne soffre.
- Sindromi algodistrofiche
- Sindrome del tunnel tarsale
- Sindrome del nervo calcaneare laterale
- Rottura della fascia plantare
- Fratture da stress del calcagno
- Disordini reumatici
- Artrosi della sottoastragalica
Per prime tra queste citiamo
le sindromi algodistrofiche.
Interessano quasi esclusivamente il sesso maschile
in età compresa tra i 30 e i 50 anni.
Accomuna tali pazienti un'attività lavorativa piuttosto stressante,
sia dal punto di vista fisico, con molte ore di lavoro in piedi
e spesso con l'uso di scarpe antinfortunistiche, come in fabbrica,
sia dal punto di vista mentale con carichi di responsabilità
e a volte scarsa soddisfazione lavorativa.
Tutti i pazienti hanno una storia almeno annuale di dolore al tallone
che si fa via via più ingravescente e arriva alla zoppia
tanto da limitare chi ne soffre in tutte le sue attività
, e farne ormai un problema costante della sua esistenza.
Il paziente giunge all'osservazione dello specialista dopo aver
eseguito tutti gli esami diagnostici possibili, (RMN, TAC, radiografie,
esame elettromiografico), solitamente negativi o con alterazioni
non significative, e dopo essersi sottoposto a vari trattamenti
fisioterapici (ultrasuoni, ipertermia, onde d'urto, laserterapia).
Ha inoltre provato diversi plantari con scarsi risultati e solitamente
ne indossa uno con il quale sta leggermente meglio.
Il dolore può essere localizzato sotto o al lato del tallone,
o diffuso e di tipo urente avvertito anche a riposo.
Caratteristica è l'insofferenza psicologica che il paziente
ha sviluppato nei confronti di tale disturbo, con risvolti psicologici
evidenti, coinvolgendo in tale tipo di problemi le persone vicine
fino a giungere a veri e propri quadri ansioso-depressivi.
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Cause e terapia
Si tratta di una sindrome dolorosa causata da microtraumi ripetuti
che provocano una decalcificazione distrettuale del calcagno associata
ad una congestione sanguigna, dimostrata recentemente da studi angiografici
e termografici.

A tutto ciò si associa un quadro di ipersensibilità
individuale del sistema nervoso simpatico con accentuazione del
quadro emotivo e della sensibilità dolorosa del soggetto
affetto .
La cura deve pertanto essere mirata a scardinare tali processi patogenetici.
Seguiamo personalmente tre stadi terapeutici :
- terapia medica con farmaci per il dolore osteoporotico, con
farmaci specifici per il dolore da sindrome algodistrofica, e
con integratori osteo-cartilaginei e antinevritici.
- Blocchi antalgici distrettuali del calcagno mediante anestetici.
- Terapia fisica con pedana vibrante.
- Infine nei casi assolutamente ribelli ricorriamo con ottimi
risultati alla terapia chirurgica consistente nella perforazione
percutanea del calcagno e nell'applicazione di radiofrequenze
(METODICA TOPAZ), per risolvere l'ingorgo vascolare e stimolare
il rinnovo del tessuto tendineo.della fascia plantare.
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Sindrome del tunnel tarsale
è una sindrome dolorosa causata dalla compressione
all'interno del canale osteo fibroso chiamato canale del tarso,
all'interno del quale decorrono paralleli una serie di importanti
strutture tendinee vascolari e nervose, del Nervo Tibiale Posteriore.

Questo genera una sensazione dolorosa tipica,
avvertita come scossa o dolore urente da parte del paziente,
dietro al malleolo tibiale e irradiata sulla porzione interna del
calcagno, e facilmente evocabile con la palpazione puntiforme del
nervo (segno di Tinel).
Il dolore è accentuato dal carico ma è presente anche
a riposo.
L'esame elettromiografico conferma la diagnosi .
La terapia deve essere conservativa, con antinevritici, infiltrazioni,
fisioterapia.
Nei casi in cui sia l'alterazione del passo in iperpronazione a
creare tensioni nel tunnel tarsale è indicato il trattamento
con un plantare per riequilibrare l'alterazione biomeccanica.
Personalmente sconsigliamo la terapia chirurgica in quanto la decompressione
genera aderenze che peggiorano la compressione nervosa.
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Sindrome del nervo calcaneare
laterale
è un disturbo caratterizzato da dolore
sulla faccia laterale del calcagno causato dall'infiammazione di
un nervo sensitivo, il calcaneare laterale, provocato da microtraumi
o da una sindrome compressiva, come nella sindrome del tunnel tarsale.

La sintomatologia ha tutte le caratteristiche
del dolore nevritico, con sensazioni di bruciore o scossa, avvertiti
anche a riposo e al semplice sfioramento del lenzuolo.
La caratteristica sede del dolore, sulla faccia laterale del tallone
e sotto ad esso, evocato dalla compressione manuale del nervo, permettono
la diagnosi.
La terapia è sempre conservativa, nei casi ribelli alla terapia
medica con farmaci antinevritici, si ricorre ad un infiltrazione
di anestetico e cortisone sul decorso del nervo stesso con risoluzione
immediata della sintomatologia.
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Rottura della fascia plantare
è sempre parziale e avviene durante la
pratica sportiva, spesso per l'uso di calzature non idonee, che
non proteggono la fascia adeguatamente, scaricando i carichi flettenti
su di essa.
Tale ipersollecitazione crea delle lacerazioni parziali dell'aponeurosi
plantare, con comparsa di dolore acuto di tipo urente e impotenza
funzionale sulla pianta del piede subito davanti al tallone.
 
L'esame clinico può evidenziare lieve tumefazione
e irregolarità palpatorie della fascia, corrispondenti ad
aree irregolari e disomogenee evidenziate dalla risonanza magnetica
e dall'ecografia utili per quantificare l'entità della lesione.
Riposo e fisioterapia manuale e strumentale (tecar, laser, ultrasuoni),
sono la terapia d'elezione.
Rarissimo il ricorso alla terapia chirurgica, anche perchè
le aderenze chirurgiche in tale sede possono essere più noiose
della fascite stessa.
Quando necessario Il trattamento d'elezione è comunque l'applicazione
di radiofrequenze, cosi come spiegato nel trattamento della fascite
plantare..
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Fratture da stress del calcagno
Si tratta di microfratture dell'apofisi anteriore del calcagno,
o della tuberosità posteriore,

che possono interessare solo sportivi a livello
agonistico di solito maratoneti o mezzofondisti, causate da ipersollecitazioni
meccaniche legate al tipo di sport praticato.
Non sono visibili di solito all'esame radiografico e per questo
di solito vengono misconosciute, facendo perpetuare il quadro clinico
doloroso.
La diagnosi avviene mediante TAC, e la cura mediante immobilizzazione
assoluta riposo e campi magnetici per circa due mesi.
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Disordini reumatici
Molte affezioni reumatiche come l'artrite reumatoide,
la spondilite anchilopoietica, la gotta, il LES, insorgono con un
dolore al tallone, il quale per alcuni mesi rappresenta l'unica
localizzazione di tale patologie.
è buona regola pertanto in ogni sindrome dolorosa del tallone
che persista da qualche settimana, eseguire esami ematici che escludano
o confermino il coinvolgimento reumatico, in modo da poter iniziare
tempestivamente eventuali opportune cure reumatologiche.
Artrosi della sottoastragalica
La degenerazione artrosica dell'articolazione
subastragalica, quasi sempre conseguente a fratture della componente
talamica del calcagno, si manifesta con dolore ai due lati del calcagno
e zoppia.
è un quadro doloroso molto invalidante, il piu grave di tutte
le affezioni riguardanti il tallone, che puo essere alleviato dall'uso
di plantari che sostengano passivamente la volta plantare ma che
quasi sempre deve essere risolto chirurgicamente con la fusione
delle articolazioni degenerate (artrodesi della sottoastragalica).

Impingment posteriore e frattura del tubercolo
posterolaterale dell'astragalo.
Si tratta di una sindrome presente soprattutto tra i ballerini.
La posizione sulle punte infatti obbliga la caviglia ad assumere
una posizione in estensione forzata.
Tale posizione determina un forte attrito (impingment) tra la porzione
posteriore dell'astragalo e la tibia.
Quando è presente un osso soprannumerario (os Trigonum) o
quando la porzione posteriore dell'astragalo è prominente
(tubercolo astragalico) questi possono fratturarsi creando una sintomatologia
dolorosa al di sopra del calcagno, tra i malleoli e il tendine d'achille.
La diagnosi è radiografica con proiezioni in laterale e in
massima flessione plantare per dimostrare l'impingment ed evidenziare
l'eventuale frattura del tubercolo o dell'os trigonum.
La cura consiste nell'immobilizzazione della caviglia e nel riposo
per circa due mesi.
Nei casi in cui il problema persista, e'indicata la rimozione dell'os
trigonum per via artroscopica.

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